Come curatore della rivista online “Glipsicologi” ricevo ogni giorno svariate email da parte dei lettori. Una buona fetta di queste lettere ha come tema i sogni. Le domande che vengono poste sono spesso ricorrenti, e si portano dietro erronee convinzioni legate soprattutto ad una disinformazione sulla psicologia abbastanza generale.
Una insolita domanda, che purtroppo viene rivolta con molta frequenza, ruota attorno ad ipotetici poteri magici dei sogni: possono i sogni aiutare ad anticipare la realtà? Può un sogno avere un valore predittivo? Se sogno una persona cara, questa mi sta forse pensando? Se sogno una mia ex fidanzata, è un segno che presto torneremo assieme? Domande di questo tipo mi vengono rivolte con regolarità. Purtroppo, come ripeto ogni volta, questi interrogativi esulano dal territorio della psicologia, facendo parte piuttosto di quello della magia, ambiti decisamente differenti, e da cui la psicologia si discosta (o dovrebbe) con fermezza: i sogni, fino a prova contraria, non hanno alcun potere divinatorio, e nessun psicologo, degno di questo nome, dovrebbe dire una cosa contraria, dal momento che, fino ad oggi, non esiste alcuna ricerca scientifica che testimoni e comfermi un tale potere. Come sostenteva Aristotele: “Il maggior numero di sogni profetici sono… mere coincidenze”.
Ma la richiesta più in auge riguarda comunque l’interpretazione di un sogno o di parte di esso: viene raccontato il sogno a grandi linee, spesso in poche frasi, e se ne richiede il significato. Ci tengo in questo senso a dare una risposta definitiva, che è quella che do ogni volta che mi pongono queste domande: è impossibile interpretare un sogno con così pochi dati, estrapolando il sogno dal suo contesto (il vissuto del sognatore) e senza conoscere direttamente il sognatore. Ed anche avendo accesso a più informazioni, non sempre è possibile.
Purtoppo esiste questa falsa credenza, di un sogno interpretabile in maniera univoca, in cui ad ogni simbolo corrisponde un significato: se sogno una rosa, questa ha un significato ben preciso? In realtà i sogni sono una proprietà del sognatore, e i significati mutano da un individuo all’altro. Se sogno di ricevere una rosa, ad esempio, può significare che sono innamorato, come può significare una qualsiasi altra cosa. Non esistono significati univoci, come purtroppo ci è stato fatto credere da svariate teorie magico-pseudo-psicologiche che fanno dell’interpretazione dei sogni un mestiere tanto redditizio quanto inutile.
Esistono infatti troppe poche prove (se non nessuna) a favore di simboli universali legati alle immagini oniriche. In questo senso quindi, diventano assolutamente inutili e privi di valore tutti quei “dizionari dei sogni” che si propongono di dare una interpretazione a livello simbolico del materiale onirico, dato che si limitano a dare un significato a priori ai singoli segmenti del sogno senza prendere in considerazione chi effettivamente li produce, dando dunque per scontato che ogni simbolo abbia il medesimo significato per tutti.
Con questo non sto dicendo che il sogno non sia un materiale importante: al contrario porta un contributo notevole alla terapia e alla conoscenza della persona (Freud, ad esempio, considerava il sogno come “la via regia per l’inconscio”), solo che è necessario un lavoro diverso da quello che può essere fatto leggendo una semplice email di pochi paragrafi. Se in terapia un paziente mi racconta un sogno, questo può essere inserito all’interno del suo vissuto, la conoscenza della persona mi può permettere di dare un senso ad alcuni passaggi, e alcuni particolari possono rappresentare dei temi importanti tanto da trovare un loro senso all’interno del percorso psicologico. Ma senza questo lavoro ogni altra interpretazione diventa sterile ed inutile. Ripeto, il sogno che per una persona può avere un significato, può averne uno completamente differente in un’altro sognatore. Interpretare un sogno a scatola chiusa è un po’ come fare le carte o giocare al lotto: si rischia di indovinare, ma solamente per puro caso.
Mi viene in mente la domanda che si fa Luciano Mecacci nel suo libro, “Il caso Marilyn M. e altri disastri della psicoanalisi”, in cui riporta l’interpretazione fatta da Melanie Klein di una fantasia del figlio Hans: “Una volta gli venne in mente questa fantasia: il professore, mentre stava in piedi di fronte agli allievi, si era appoggiato con la schiena alla cattedra, l’aveva rovesciata, ci era caduto sopra, l’aveva sfasciata e si era fatto male. Anche questo dimostrava che per lui il professore stava a significare il padre, la cattedra la madre, e che aveva una concezione sadica del coito”. Mecacci ironicamente si chiede cosa avrebbe dovuto immaginare il piccolo Hans (“che aveva una generale antipatia per la scuola”) per fantasticare che il professore si facesse male, dato che quello che ha sognato viene stravolto dall’interpretazione, facendogli acquistare un significato totalmente differente.
Sulla stessa linea, degna di nota, è l’interpretazione di un sogno de “L’uomo dei lupi”, famoso caso descritto da Sigmund Freud: in questo lavoro viene ricostrito l’episodio traumatico (avvenuto ad un anno e mezzo) tramite l’analisi di un sogno che il paziente aveva fatto all’età di quattro anni, in cui si era visto davanti ad una finestra spalancata di fronte a cui erano comparsi sei o sette lupi bianchi, “[…] i lupi erano tutti bianchi e sembravano piuttosto volpi o cani da pastore, perchè avevano una lunga coda come le volpi, e le orecchie ritte come quelle dei cani quando stanno attenti a qualcosa. In preda al terrore – evidentemente di essere divorato dai lupi – mi misi ad urlare e mi svegliai”. L’analisi di questo sogno porta Freud a concludere che i lupi bianchi simboleggino la biancheria intima dei genitori che il bambino avrebbe sorpreso intenti in “un coitus a tergo ripetuto tre volte” in cui “riuscì a vedere sia l’organo genitale di sua madre sia il membro del padre e comprese il processo nonchè il suo significato”.
Su questa interpretazione sono stati avanzati vari interrogativi e notevoli perplessità.
Tutto questo per dire che interpretare un sogno è sempre possibile, ma non necessariamente questa interpretazione rappresenta il senso reale del sogno. E’ facile infatti farsi trasportare dalle proprie teorie creando un racconto su un altro racconto, che purtroppo diventa altro rispetto al materiale originario. E’ possibile ad esempio che l’interpretazione del sogno dell’uomo dei lupi rispecchiasse la mentalità di Freud, non quella di Sergius Pankejeff (l’uomo dei lupi), e che Freud avesse estrapolato i suoi significati basandosi sulla propria teoria, non tanto sull’effettivo significato del sogno in questione.
Come sostiene infatti James Horne, “talvolta può essere difficile dire chi ha più fantasia, se il sognatore o l’interprete del sogno”.